Vocabolario

 

Sezione informativa e di approfondimento ad accesso gratuito.

La documentazione proposta rappresenta un compendio ed un approfondito supporto alla lettura e all’interpretazione dei dati presenti nelle schede di sicurezza.

Sono presi in considerazione i parametri e gli argomenti di maggior interesse presenti generalmente all’interno delle schede di sicurezza, quali dispositivi di protezione, limiti di esposizione, tossicità acuta.

Per ogni argomento trattato sono presentati più aspetti e definizioni. Ad ogni definizione è associato un esempio di informazione, tratto dalle informazioni presenti nelle schede di sicurezza della Banca Dati Repertorio.

TermineDefinizioneEsempio
AntidotiSostanza capace di prevenire o limitare l'assorbimento di un veleno, ovvero antagonizzare o ridurre l'effetto lesivo.formiato di metile:
Ospedalizzare con urgenza il paziente
Antidoto utile: somministrare etanolo 10 ml/kg ev di una soluzione al 10% di etanolo in glucosio 5% e 1-2 ml/kg/h di mantenimento della stessa soluzione, mantenere livelli ematici di etanolo tra 100-130 mg/dl
Fomepizolo 15mg/kg ev in30'
Leucovorin, acido folico
BonificaLa bonifica dei suoli si occupa dei metodi di pulizia di terreni contaminati e delle acque sotterranee dalle più diverse sostanze. Sostanze soprattutto in fase liquida, che versate sui terreni ne alterano le caratteristiche o ne compromettono l'uso.cumene idroperossido:
Coprire le perdite con materiale assorbente inerte (sabbia, vermiculite o altro materiale non combustibile).
Lavare il pavimento con acqua dopo aver raccolto lo spanto.
Raccogliere il materiale sversato con attrezzature antiscintilla.
Introdurre il materiale raccolto in recipienti di polietilene puliti ed etichettati.
Se necessario, avviare la procedura di bonifica prevista ai sensi del D.Lgs.152/2006, parte IV, titolo V.
Non usare prodotti acidi per pulire.
ClassificazioneLa classificazione di pericolo è un procedimento di valutazione attraverso il quale i dati chimico-fisici, tossicologici ed ecotossicologici sono interpretati alla luce dei criteri di classificazione - Allegato VI Direttiva 67/548/CEE ai fini dell'attribuzione di una o più categorie di pericolo e delle relative frasi di rischio.nitrobenzene:
T; R 23/24/25-48/23/24, Carc.Cat.3; R 40, Repr.Cat.3; R 62, N; R 51-53
Coefficiente di ripartizione n-ottanolo/acquaRapporto tra le concentrazioni all'equilibrio di una sostanza disciolta in un sistema costituito da n-ottanolo ed acqua. E' una misura della lipofilicità della sostanza e quindi della sua capacità di bioaccumulare. Salvo diversa indicazione è generalmente espresso sotto forma del suo logaritmo decimale (logKow). Maggiore è il rapporto, minore è l'idrosolubilità della sostanza, e quindi maggiore è la probabilitàche tale sostanza venga introdotta e immagazzinata dagli organismi acquatici. L’UE considera potenzialmente bioaccumulabili le sostanze con logKow > 3, mentre per valori di logKow < 3 non ci si aspetta che la sostanza bioaccumuli significativamente.1,2-epossi-3-fenossipropano:
logKow: 1,610
Denominazione della sostanzaDenominazione della sostanza diversa da quella di Allegato I. Es: per le "voci generiche" si identificano gli individui chimici più significativi appartenenti a detta voce. Tipologie di "voci generiche" sono:
miscele di isomeri: ad un singolo N. Indice corrispondono più voci. Es: la voce xilene comprende la miscela di isomeri nonché i singoli isomeri orto-, meta- e para-; la voce eptano comprende 10 isomeri specifici;
voci generiche per le quali l’Allegato I non indica un N. CAS specifico. Es: per la voce “sali di idrazina” è identificata la "Idrazina solfato";
voci generiche per le quali l'Allegato I indica il N. CAS senza nome di riferimento. Es: per la voce “benzidina, sali” con N. Indice 612-070-00-5 sono indicati quattro N. CAS 531-85-1; 531-86-2; 21136-70-9 e 36341-27-2 che pertanto consentono una individuazione inequivocabile delle singole sostanze;
derivati degli elementi per i quali l'Allegato I non indica alcun N. CAS specifico.Es: per la voce "composti di stagno tributile esclusi quelli espressamente indicati in questo Allegato" è stato identificato come rappresentativo della famiglia il tributil stagno ossido.
Composti di cromo (VI), esclusi bario cromato e quelli espressamente indicati in questo allegato: Per questa voce dell'Allegato I si faccia riferimento al RE0470 "ammonio cromato", sostanza scelta come rappresentativa della voce "composti di cromo (VI)".
ammonio cromato: L'ammonio cromato è stato scelto come rappresentativo della voce "composti di cromo (VI)".
Designazione ufficiale di trasportoPer le sostanze nominativamente indicate nella lista delle merci delle Raccomandazioni ONU, rappresenta la designazione ufficiale di trasporto ivi indicata.
In caso contrario, e ove si sia comunque proceduto a classificare la sostanza, la denominazione è quella della rubrica generica delle Raccomandazioni ONU che corrisponde ai criteri di classificazione.
diazometano:
GAS COMPRESSO INFIAMMABILE, N.A.S.
GAS LIQUEFATTO INFIAMMABILE, N.A.S.
GAS LIQUIDO REFRIGERATO, INFIAMMABILE, N.A.S. Note: la denominazione dipende dallo stato fisico della materia durante il trasporto
Dispositivi di protezioneI dispositivi di protezione individuale (o DPI) nascono con l’obiettivo di salvaguardare l’individuo dai rischi esistenti nell’ambiente di lavoro e rappresentano un mezzo estremamente importante nell’ambito della prevenzione primaria sul posto di lavoro, avendo come fine la riduzione dell’incidenza di eventi infortunistici o dell’insorgenza di patologie professionali.
Dispositivi di protezione per gli occhiUn DPI per gli occhi deve proteggere contro diverse tipologie di rischio: meccanico, radiazioni luminose, metalli fusi e solidi incandescenti, spruzzi e gocce, polveri, gas, archi elettrici da corto circuito e radiazioni laser o la combinazione di due o più dei rischi elencati.triclorometano; cloroformio:
Visiera, non usare lenti a contatto.
Dispositivi di protezione per la cuteLa protezione cutanea avviene attraverso l’utilizzo di tute e guanti adeguati.
Le tute esse devono essere protettive di tipo e classe adeguata; tali tute devono essere corredate (qualora non lo siano già in partenza) di idonei stivali e guanti.
I guanti, in possesso delle caratteristiche indicate dal D.Lgs. n. 475/92 devono essere idonei ad evitare danni da incidenti meccanici, traumi o insulti chimici, assorbimento di tossici per via cutanea, lesioni da agenti fisici di rischio (radiazioni, vibrazioni, freddo, calore).
Il Regolamento REACh richiede di "specificare chiaramente il tipo di guanti da indossare durante la manipolazione della sostanza o del preparato, compresi: il tipo del materiale, il tempo di permeazione del materiale dei guanti, considerate l’entità e la durata dell’esposizione dermica”.
I guanti da utilizzare devono essere scelti quando sono accompagnati dalla certificazione dei test di cuti-protezione in base alla norma UNI EN 374 del 1994 (Guanti di protezione contro prodotti chimici e microrganismi).
I tessuti sono classificati secondo la norma UNI EN 374-1 in relazione al tempo di passaggio di ciascun prodotto chimico per il quale il guanto impedisce la permeazione.
Si considera raggiunto il tempo di passaggio quando la strumentazione analitica rivela un tasso di permeazione di 1 microg/min/cm2.
idrazina:
Protezione degli arti superiori. Guanti in:
PVC (tempo di permeabilità > 6 ore)
Nitrile (spessore 0,6 mm, tempo di permeabilità > 6 ore)
Neoprene (spessore 0,6 mm, tempo di permeabilità > 6 ore)
Latice (spessore 0,5 mm, tempo di permeabilità > 6 ore)
Evitare guanti in PVA.
Protezione degli arti inferiori.
Stivale resistente ai prodotti chimici
Protezione del corpo.
Grembiule resistente ai prodotti chimici
Dispositivi di protezione per le vie aereeI DPI per le vie aeree possono variare da maschere con filtro idoneo fino agli autorespiratori a ciclo aperto o chiuso nelle condizioni più sfavorevoli.
La valutazione del corretto DPI per le vie respiratorie deve tenere conto necessariamente di diversi fattori e la sola valutazione del livello di protezione offerto non è l’unico criterio di scelta. Altri aspetti da non sottovalutare sono l’accettabilità da parte dell’utilizzatore, la comodità (soprattutto se il dispositivo deve essere indossato per lunghi periodi), il corretto indossamento, e la compatibilità con altri dispositivi di protezione individuale (ad es. elmetto, occhiali). Inoltre, è importante la formazione dell’utilizzatore.
idrazina:
Protezione delle vie aeree:
Filtro B 1: gas e vapori inorganici
Supporti:
Elettrorespiratore
Ecotossicità acuta - CE0 concentrazione efficace zeroE' la più alta concentrazione di sostanza in esame che non provoca alcuna variazione di effetto sull'organismo saggiato (immobilizzazione nella daphnia, arresto della crescita nelle alghe etc.) rispetto ai controlli. Deve essere riferita al tempo di esposizione (es. CE0-48 ore).mono-metilamina:
Parametro: CE0
Specie: Crostacei
Tempo di esposizione: 48 ore
Valore: 480 mg/l
Ecotossicità acuta - CE50 concentrazione efficace medianaConcentrazione che produce nel 50% degli individui un effetto diverso dalla morte (immobilizzazione nella daphnia, arresto della crescita nelle alghe etc.) in saggi sia acuti che cronici. Deve essere riferita al tempo di esposizione (es. CE50-48 ore).2-nitroanisolo:
Parametro: CE50
Specie: Crostacei
Tempo di esposizione: 24 ore
Valore: 65 mg/l
Ecotossicità acuta - CL0E' la più elevata dose usata che non causa alcun decesso.m-nitroanilina:
Parametro: CL0
Specie: Pesci
Tempo di esposizione: 24 ore
Valore: 5 mg/l
Ecotossicità acuta - CL50 concentrazione letale medianaConcentrazione di sostanza nell’acqua che determina la morte del 50% degli individui in saggi di tossicità acuta su specie acquatiche (es. pesci) entro un periodo continuo di esposizione, la cui durata deve essere precisata (generalmente 96 ore). E’ espressa in mg/l.2-nitroanisolo:
Parametro: CL50
Specie: Pesci
Tempo di esposizione: 96 ore
Valore: 216 mg/l
Ecotossicità acuta - TLm limite di tolleranza medianoConcentrazione di sostanza alla quale il 50% degli organismi testati sopravvive.1,3-butadiene:
Parametro: TLm
Specie: Pesce
Tempo di esposizione: 24 ore
Valore: 71,5 mg/l
Effetti acutiIntossicazione acuta: è caratterizzata da rapida esposizione e rapido assorbimento del tossico; la singola dose o talora multiple dosi agiscono in un periodo non superiore alle 24 ore. Le manifestazioni cliniche si sviluppano rapidamente ed altrettanto rapidamente si ha un’evoluzione del quadro clinico verso una guarigione o verso un esito letale.
L’effetto tossico sistemico di uno xenobiotico si manifesta negli organi e nei tessuti che sono il bersaglio ovvero gli organi critici, che per caratteristiche intrinseche raggiungono per primi la concentrazione critica.
toluene:
Effetti acuti dose-dipendenti.
Cute: irritazione
Sistema Nervoso: astenia, sonnolenza, vertigini, se ingerito disturbi di coscienza
Occhi: irritazione
Naso: irritazione
Prime vie aeree: irritazione
Polmoni: irritazione, edema
Apparato digerente: se ingerito nausea e vomito
Effetti cancerogeniLa procedura di identificazione delle sostanze oncogene comprende indagini di laboratorio su sistemi biologici semplici (test di mutagenesi) o su animali da esperimento (test di cancerogenesi) e trova il momento conclusivo nella ricerca epidemiologica su gruppi di esposti ad una determinata sostanza e/o in un certo processo lavorativo. Esistono a questo proposito numerosi sistemi per definire il potenziale oncogeno di una sostanza, ma in linea generale tutti si basano sull’utilizzo di dati sia epidemiologici che sperimentali.
Diversi enti ed agenzie si occupano di valutare e classificare le sostanze:
ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienist) stabilisce differenze qualitative nella valutazione dei risultati della ricerca scientifica, esprimendo un giudizio che è comunque relativo agli effetti per la specie umana. Gli agenti sono distinti tra cancerogeni riconosciuti per l'uomo, sospetti, cancerogeni per l'animale, non classificabili e non sospetti (5 gruppi di cancerogenesi).
IARC (International Agency for Research on Cancer) valuta utilizzando sia dati epidemiologici che sperimentali, il rischio cancerogeno in termini probabilistici nei confronti dell’uomo, inquadrando in forma riassuntiva gli agenti esaminati quali: cancerogeni umani, probabili cancerogeni e possibili cancerogeni (4 gruppi di cancerogenesi).
DFG (Deutsche Forschungsgemeinschaft) suddivide gli agenti in base ai loro effetti di cancerogenicità e genotossicità, che possono essere dimostrati da studi epidemiologici (sull'uomo) e sperimentali (sugli animali) (5 categorie).
fenolo:
Effetti cancerogeni - IARC: gruppo 3
Effetti cancerogeni - DFG: categoria 3B
Effetti cancerogeni - ACGIH: gruppo A4
Effetti croniciIntossicazione cronica: è caratterizzata da esposizioni ripetute per un lungo periodo di tempo. La quantità di tossico eliminata dall’organismo risulta inferiore a quella assorbita in ciascuna esposizione, per cui la concentrazione del tossico tende progressivamente ad aumentare fino a determinare effetti tossici.
L’effetto tossico sistemico di uno xenobiotico si manifesta negli organi e nei tessuti che sono il bersaglio ovvero gli organi critici, che per caratteristiche intrinseche raggiungono per primi la concentrazione critica.
solfato di cadmio:
Effetti cronici.
Cavo orale: colorazione giallastra smalto dei denti
Sistema Nervoso: malessere generale, cefalea, crampi muscolari, convulsioni, parestesie, anoressia, calo peso corporeo, parkinsonismo
Naso: irritazione, rinite, iposmia, epistassi
Prime vie aeree: irritazione
Polmoni: irritazione, bronchite cronica, enfisema centro-lobulare, fibrosi
Apparato urogenitale: tubulopatia, proteinuria
Altro: osteomalacia, sindrome di Fanconi
EtichettaturaL'etichettatura è un procedimento attraverso il quale la classificazione di pericolo è tradotta in informazioni sintetiche sulle caratteristiche chimico-fisiche della sostanza e fornisce le prime indicazioni in materia di rischi potenziali, per l’uomo e per l’ambiente, a cui il prodotto può esporre. Essa considera tutti i rischi potenziali connessi con la normale manipolazione ed utilizzazione delle sostanze nelle forme in cui esse sono commercializzate. Tale processo comprende l'attribuzione di uno o più simboli di pericolo, scelti in funzione delle categorie di pericolo cui la sostanza appartiene, utilizzando un criterio di priorità di simboli, delle frasi di rischio già attribuite in fase di classificazione e dei consigli di prudenza.nitrobenzene:
Etichettatura: simbologia
T - Tossico
N - Pericoloso per l'ambiente
Etichettatura: Frasi R
23/24/25, 48/23/24, 40, 62, 51-53
Etichettatura: Frasi S
28, 45, 61, 1/2, 36/37
Fonti dei datiRappresenta la bibliografia utilizzata per la compilazione di ciascuna scheda di sicurezza.
La bibliografia impiegata comprende fonti cartacee e fonti computerizzate (banche dati fattuali) e requisito comune è quello di fornire un’informazione aggiornata e validata da un punto di vista di qualità dell’informazione in esse contenute. Per la compilazione del punto 14, Informazioni sul trasporto, la bibliografia è esclusivamente di natura normativa.
1,3-diossolano:
• Chemical Abstracts Service (CAS) of American Chemical Society - Registry file on line, 2006
• INSC-ISS (2006) Inventario Nazionale delle Sostanze Chimiche - database on line. Istituto Superiore di Sanità - Roma
• (2001) - RTECS U.S. Department of health and human services (NIOSH); OHMTADS U.S. Environmental Protection Agency; CHRIS U.S. Department of trasportation (Coast Guard); HSDB U.S. National Library of Medicine; IRIS U.S. Environmental Protection Agency; TSCA U.S. Environmental Protection Agency - Chem Bank
• Micromedex (1974-2006) - Poisindex Toxicologic Managements - Banca Dati Informatizzata
• HSDB (2006) Hazardous Substances Data Bank. Bethesda, MD: National Library of Medicine CD Rom Chem Bank
• ACGIH (2008) Threshold limit values for chemical substances and physical agents and biological exposure indices (TLVs and BEIs)
• Deutsche Forschungsgemeinschaft List of MAK and BAT Values 2006: Maximum Concentrations and Biological Tolerance Values at the Workplace. Report No. 42. Wiley - VCH
• CHEMID (2006). Chemical Identification System. MEDLARS Online Information Retrieval System. National Library of medicine. Bethesda, MD
• Hazards in the Chemical Laboratory (1992) 5th Edition - Edited by S.G. Luxon - Health and safety Consultant, Royal Society of Chemistry
• ACGIH (American Conference of Government Industrial Hygienists). Documentation of the Threshold Limit Values (TLVs) for chemical substances and physical agents and Biological Exposure Indices (BEIs). Seventh Edition 2001, Supplement 2002. ACGIH, Cincinnati OH
• United Nations. Recommendations on the Transport of Dangerous Goods - Model Regulations. Fourteenth revised Edition, ST/SG/AC.10/1/Rev. 14. Volumes I and II
• Organisation Intergouvernementale pour les Transports Internationaux Ferroviaires (OTIF). Règlement concernant le transport international ferroviaire des marchandises dangereuses (RID). Applicable à partir du 1er janvier 2007
• United Nations. Restructured ADR applicable as from 1 January 2007. European Agreement concerning the International Carriage of Dangerous Goods by Road. Volumes I and II
• International Civil Aviation Organization (ICAO). Technical Instructions for the Safe Transport of Dangerous Goods by Air 2007-2008
• International Maritime Organization (IMO). International Maritime Dangerous Goods Code - 2006 Edition. (Amendment 33-06). Volumes I and II
Infiammabilità (solido, gas)Indicazione qualitativa della capacità di una sostanza solida o gassosa a temperatura ambiente di infiammarsi e di mantenere la combustione se innescata da una scintilla o una fiamma.diazometano:
Estremamente infiammabile
Metabolismo, cinetica, meccanismo di azione, etc.La tossicocinetica è lo studio dell’assorbimento (processo/i per cui una sostanza somministrata penetra nell'organismo), distribuzione (processo/i per cui la sostanza assorbita e/o i suoi metaboliti si distribuiscono nell'organismo), metabolismo (processo/i per cui le sostanze somministrate subiscono nell'organismo reazioni enzimatiche o non enzimatiche che ne modificano la struttura) o escrezione (processo/i per cui una sostanza somministrata e/o i suoi metaboliti sono eliminati dall'organismo) delle sostanze in esame. In questa sezione sono descritti gli studi relativi alla biotrasformazione (trasformazione metabolica) ed alla bioattivazione (trasformazione di composti chimicamente stabili in metaboliti reattivi), processo che avviene ad es. per molti composti aromatici che sono trasformati in epossidi.metantiolo; metilmercaptano:
La sostanza é un metabolita normalmente presente nei mammiferi. Si forma dalla degradazione della metionina ed interviene nella sintesi di nuova metionina o di altre proteine e, la frazione che non viene utilizzata, é esalata con la respirazione.
E' rapidamente assorbito ed ossidato dagli eritrociti, il legame carbone-zolfo viene rotto ed i prodotti che risultano sono acido formico, ione sulfito ed ione solfato.
Il metilmercaptano determina un'inibizione reversibile della citocromo c-ossidasi (allo stesso modo dell'acido solfidrico) con conseguente inibizione della respirazione dei mitocondri epatici e cerebrali (inibisce il trasferimento degli ioni) ed inibizione dell'attività ATPasi del potassio e del sodio a livello cerebrale. Come per l'acido solfidrico agisce a livello dei centri respiratori determinandone paralisi.
Numero CASNumero di registro del Chemical Abstract Service, sequenza numerica adottata dal CAS (Chemical Abstract Service, una divisione dell’American Chemical Society, Ohio, USA) per identificare univocamente specifiche sostanze. Il numero CAS è rappresentato da una sequenza numerica del tipo XXXXX-XX-X che include fino a nove cifre.idrogeno: 1333-74-0
Numero CECodice numerico identificativo attribuito dalla CE. E’ rappresentato dal Numero EINECS per le sostanze esistenti e dal numero ELINCS per le sostanze nuove.
N. EINECS: numero con cui la sostanza è identificata dall’EINECS (European Inventory of Existing Commercial Substances), cioè dall’Inventario Europeo delle sostanze chimiche esistenti a carattere commerciale. Detto numero è rappresentato da una sequenza di sette cifre del tipo XXX-XXX-X. Tale inventario contiene l’elenco delle sostanze presenti sul mercato Comunitario alla data del 18 settembre 1981 ed è stato pubblicato sulla GUUE nel 1990.
N. ELINCS: numero con cui la sostanza è identificata nell’ELINCS (European List of Notified Chemical Substances). L’ELINCS rappresenta l’elenco, periodicamente aggiornato, delle sostanze notificate
all’interno della Comunità Europea a partire dal 1981. Detto numero è rappresentato da una sequenza di sette cifre del tipo XXX-XXX-X.
idrogeno: 215-605-7
Numero IndiceNumero attribuito dalla CE alle sostanze classificate ufficialmente come pericolose ed elencate nell’Allegato I della Direttiva 67/548/CEE. E’ espresso in funzione del numero atomico dell’elemento più caratteristico delle loro proprietà. Il numero di ogni sostanza è rappresentato da una sequenza numerica del tipo ABC-RST-VW-Y, dove:
ABC n. atomico dell’elemento più caratteristico o numero della categoria convenzionale relativa alle sostanze organiche;
RST numero progressivo delle sostanze considerate nella sequenza ABC;
VW indica la forma di cui la sostanza è prodotta o immessa in commercio;
Y rappresenta la cifra di controllo.
idrogeno: 001-001-00
Numero ONUNumeri di quattro cifre (Numero ONU) che caratterizza la sostanza secondo le Raccomandazioni ONU.diazometano:
1954 GAS COMPRESSO INFIAMMABILE, N.A.S.
3161 GAS LIQUEFATTO INFIAMMABILE, N.A.S.
3312 GAS LIQUIDO REFRIGERATO, INFIAMMABILE, N.A.S Note: il numero ONU dipende dallo stato fisico della materia
Potenziale di bioaccumuloIl potenziale di bioaccumulo nei tessuti corporei degli organismi acquatici è il risultato della lipofilicità della sostanza. Il bioaccumulo può essere espresso mediante il Fattore di Bioconcentrazione (BCF) misurato sperimentalmente determinando la concentrazione della sostanza nell'organismo (in genere pesce) rispetto alla concentrazione nel mezzo (in genere acqua) in funzione del tempo. Il BCF è adimensionale. Ci si dovrebbe normalmente basare su valori di BCF determinati sperimentalmente. In assenza di dati sperimentali il BCF è stimato utilizzando il coefficiente di ripartizione n-ottanolo/acqua pur considerando che il Kow non tiene conto di eventuali trasformazioni metaboliche dell’organismo.o-toluidina:
Sulla base del log Kow di 1,32 è stato stimato un BCF di 2,1. Sulla base dei valori di BCF stimati, non si prevede che la sostanza bioconcentri significativamente in organismi acquatici.
Pressione di vaporePressione di saturazione al di sopra di un solido o di un liquido. E’ espressa in Pascal. La volatilità di una sostanza pura dipende dalla tensione di vapore. Quanto più alta è la tensione di vapore tanto più il composto evapora facilmente.ammonio cloruro:
0,32 Pa 25 °C
133,3 Pa 160,4 °C
Prodotti di combustioneLa combustione è una reazione chimica che comporta l'ossidazione di un combustibile da parte di un comburente con sviluppo di calore e radiazioni elettromagnetiche, tra cui e spesso anche la luce. Nel prevedere misure antincendio è necessario descrivere gli eventuali rischi fisici derivanti dai prodotti della combustione dell'agente chimico, i quali dipendono dalla natura del combustibile e dalle condizioni di reazione.sulfotep (ISO):
La dispersione della sostanza nell'ambiente può essere causa d'inquinamento.
Allontanare se possibile i contenitori della sostanza dal luogo dell’incendio o raffreddare, poiché se esposta ad irraggiamento termico o se direttamente coinvolta essa può dare origine a fumi tossici (POx, SOx) ed esplodere.
La dispersione della sostanza nell’ambiente può essere causa di inquinamento.
Note: a 150 °C il processo di decomposizione accelera.
Prodotti di decomposizione pericolosiSostanze pericolose note o che ragionevolmente si prevede che la sostanza possa produrre come risultato di ossidazione, riscaldamento o reazione con un’altra sostanza, inclusa la produzione di materiali infiammabili e tossici.troclosene sodico, diidrato:
Decompone per riscaldamento o per contatto con acqua, sviluppando fumi densi e nocivi contenenti cloro ed altri gas tossici.
Punto di infiammabilitàTemperatura alla quale i vapori di una sostanza combustibile miscelandosi con l’aria a temperatura ambiente (circa 20 °C) e pressione atmosferica danno luogo all’accensione a contatto con una fiamma, allontanando la quale la combustione cessa. Il punto di infiammabilità è misurato per sostanze liquide e sostanze basso fondenti.fenobucarb:
142 °C (vaso chiuso)
Schede correlateIdentificazione dei principali composti correlati alla sostanza in esame presenti dell’Allegato I (es. isomeri; principali sali o esteri del composto di base; metaboliti o precursori). Ciascun correlato è identificato tramite nome chimico, numero CAS e numero Indice.aldrin (ISO): schede correlate - nome chimico: dieldrin (metabolita umano ed ambientale), N. CAS 60-57-1, N. Indice 602-049-00-9
dieldrin (ISO): schede correlate - nome chimico: aldrin (precursore), N. CAS 309-00-2, N. Indice 602-048-00-3
SensibilizzazioneLa sensibilizzazione cutanea (dermatite allergica da contatto) è una reazione cutanea ad una sostanza mediata da fattori immunologici. Secondo l’Unione Europea sono sensibilizzanti quelle sostanze che per inalazione, ingestione o inalazione cutanea, possono dar luogo ad una reazione di ipersensibilizzazione per cui una successiva esposizione alla sostanza produce effetti avversi caratteristici. 4-amminoazobenzene:
In lavoratori esposti si sono osservate reazioni cutanee da sensibilizzazione. Il principale metabolita della sostanza, la p-fenilenediamina, é un noto sensibilizzante cutaneo.
Stoccaggio di materialiLo stoccaggio è la collocazione di scorte in depositi, in attesa di venderle o utilizzarle. È necessario che lo stoccaggio venga eseguito in sicurezza, prevedendo tutte le precauzioni necessarie (ventilazione adeguata, temperatura, luce, umidità…).acido peracetico C>=25%:
Proteggere i contenitori dal danneggiamento.
Prevedere l'inertizzazione del contenitore o munirlo di dispositivi tagliafiamma.
Prevedere la possibilità di raffreddare con acqua od altri sistemi i recipienti contenenti il prodotto.
Ventilare adeguatamente l'area di stoccaggio in modo che possano essere diluite eventuali fuoriuscite di vapori dai contenitori.
Prevedere apparecchiature elettriche conformi alla normativa vigente in materia di sicurezza elettrica per i luoghi con pericolo di incendio ed esplosione.
Stoccare in luogo ben ventilato, asciutto e fresco.
Conservare in recipienti chiusi ed etichettati.
Proteggere dall'irraggiamento solare diretto.
Minimizzare attraverso adeguati interventi di tipo procedurale ed impiantistico tutte le possibili sorgenti di perdita di sostanza.
Mantenere lontano da tutte le fonti possibili di innesco.
Non fumare.
Mantenere lontano da alimenti, mangimi e bevande.
Evitare accumulo di cariche elettrostatiche, soprattutto in occasione del travaso.
Stoccare lontano da materiali incompatibili quali tra l'altro agenti riducenti, sostanze alcaline, acidi, sostanze organiche e metalli pesanti.
Assicurare il collegamento a terra di serbatoi ed apparecchiature.
Non utilizzare recipienti metallici, incluso l'alluminio (vedi p.10).
La sistemazione dell'area di stoccaggio deve essere tale da impedire la percolazione nel suolo delle fuoriuscite accidentali.
Tossicità a lungo termineTossicità subacuta: comprende gli effetti tossici che si verificano negli animali del saggio come conseguenza della somministrazione di una dose o di un’esposizione ad una sostanza chimica ripetuta quotidianamente per una breve parte della loro prevista durata di vita; tale periodo per i ratti è normalmente della durata di 28 giorni.
Tossicità subcronica: comprende gli effetti tossici che si verificano negli animali del saggio come conseguenza della somministrazione di una dose o di un’esposizione ad una sostanza chimica ripetuta quotidianamente per una parte della loro prevista durata di vita; tale periodo per i ratti è normalmente della durata di 90 giorni.
Le prove di tossicità cronica sono condotte per la maggior parte o per l’intero arco di vita degli animali ed hanno la funzione di riprodurre un’esposizione continuativa e prolungata nel tempo (24 mesi per il ratto).
benzene:
L'inalazione cronica di piccole quantità di benzene può determinare una sintomatologia comune ad altre sostanze del tipo solventi, denominata "sindrome psico-organica". E' caratterizzata da sintomi aspecifici: astenia, mal di testa, perdita dell'appettito, calo ponderale, debolezza, irritabilità, nervosismo, disturbi del sonno e diminuzione nella capacità di attenzione.
A livello cutaneo, un contatto prolungato, può comportare delle irritazioni locali.
L'esposizione cronica alla sostanza determina depressione dell'attività del midollo osseo con leucopenia, anemia e/o trombocitopenia, che possono sfociare in anemia aplastica e pancitopenia. Si é osservata, nella maggior parte dei casi, una regressione con l'arresto dell'esposizione.
Tossicità acuta - CL-50 (concentrazione letale mediana)Concentrazione di sostanza, valutata statisticamente, che si può prevedere causi la morte durante l’esposizione o entro un determinato tempo, consecutivo all’esposizione, del 50% degli animali esposti per un determinato periodo. Si esprime in termini di peso della sostanza in esame per volume standard di aria (mg/l).esaclorociclopentadiene:
CL-50-4 ore (inalatoria): ratto: 18,1-35,0 mg/m3 (1,6-3,1 ppm) (maschi), 35-40 mg/m3 (3,1-3,5 ppm) (femmine)
Tossicità acuta - DL-50 (dose mediana)Dose singola di sostanza, valutata statisticamente, che si prevede causi la morte del 50% degli animali trattati. Si esprime in termini di peso della sostanza saggiata per unità di peso dell’animale usato per il saggio (mg/Kg di peso corporeo).metil ioduro; iodometano:
DL-50 (orale): ratto: 80 mg/kg (maschi), 132 mg/kg (femmine)
DL-50 (cutanea): ratto: 110-220 mg/kg
Valori limiteValore limite di esposizione professionale: limite della concentrazione media ponderata nel tempo di un agente chimico nell’aria all’interno della zona di respirazione di un lavoratore in relazione ad un determinato periodo di riferimento.
Valore limite biologico: limite della concentrazione del relativo agente, di un suo metabolita, o di un indicatore di effetto, nell'appropriato mezzo biologico.
I valori limite entrano a fare parte del processo di valutazione del rischio chimico a partire dalla fase di definizione di pericolosità dell’agente chimico stesso.
Valori limite - Limite di Esposizione Professionale: BEI ACGIHLimite esposizione biologico previsto dall’ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienist)
BEI: indica il livello biologico dell’agente relativo o di un suo metabolita. I BEI indicano i rilievi su matrice biologica (urine, sangue ed aria espirata) di lavoratori sani esposti per inalazione ad una concentrazione dell’agente pari al TLV.
toluene:
Acido ippurico su urine, fine turno: 1,6 g/g creatinina.
Toluene su sangue venoso, inizio ultimo turno della settimana: 0,05 mg/L.
o-Cresolo su urine, fine turno: 0,5 mg/L.
Valori limite - Limite di Esposizione Professionale: CELimite esposizione ambientale stabilito dalla Comunità Europea:
la Commissione europea ha incaricato lo SCOEL (Scientific Committee on Occupational Exposure Limits) di definire soglie di esposizione “senza effetto”. Lo SCOEL valuta il rischio di effetti nocivi sulla salute per esposizioni a determinate concentrazioni nel caso di sostanze per le quali non sia possibile definire questa soglia.
toluene:
TWA: 50 ppm, 192 mg/m^3
STEL: 100 ppm, 384 mg/m^3
Note: cute: possibilità di assorbimento significativo attraverso la cute.
Si segnala che esiste il valore limite italiano ponderato nelle 8 ore e l'indicazione di assorbimento cutaneo sovrapponibili a quelli CE, mentre è assente il valore limite italiano a breve termine.
Valori limite - Limite di Esposizione Professionale: MAK DFGMAK è l’acronimo di Maximale Arbeitsplatz-Konzentration. E’ la massima concentrazione nell’aria in ambiente di lavoro alla quale una sostanza chimica (come gas, vapore o particolato), generalmente, non provoca effetti avversi sulla salute dei lavoratori né causa fastidi, nemmeno se la persona è ripetutamente esposta per lunghi periodi (in genere 8 ore al giorno, assumendo una media di 40 ore settimanali di lavoro).
E’ un valore ricavato come concentrazione media per un periodo superiore al singolo turno, ed è stabilito sulla base degli effetti delle sostanze chimiche; quando possibile, sono tenuti in considerazione anche gli aspetti pratici dei processi industriali.
Per la determinazione di un valore MAK sono valutati gli effetti cancerogeni, sensibilizzanti, la tossicità sistemica a seguito di assorbimento percutaneo, i rischi durante la gravidanza e la mutagenicità verso le cellule germinali.
I valori MAK, promuovendo la protezione della salute sul luogo di lavoro, rappresentano una base per giudicare il potere tossico delle concentrazioni delle sostanze sul luogo di lavoro.
La lista è revisionata annualmente.
difenilmetan-4,4'-diisocianato (MDI):
MAK: 0,05 mg/m^3
Note: Possibilità di sensibilizzazione della cute e delle vie aeree.
Cute: possibilità di assorbimento significativo attraverso la cute.
Valore limite e indicazione di pericolosità sono riferiti alla frazione inalabile dell'aerosol.
Valori limite - Limite di Esposizione Professionale: TLV ACGIHLimite di esposizione ambientale stabilito dall’ACGIH.
TWA: limite proposto per 8 ore ogni giorno per tutto l’anno senza la comparsa di effetti sulla salute.
STEL (short term exposure limit):limite cui si ritiene che il lavoratore possa essere esposto per 15 minuti per massimo 4 volte al dì con un intervallo di 60 minuti tra le esposizioni.
Ceiling:limite oltre il quale non si può mai andare, la concentrazione che non deve essere superata durante l’attività lavorativa nemmeno per un brevissimo periodo di tempo.
azinfos-metil (ISO):
TWA: 20 ppm
Note: sostanza potenzialmente sensibilizzante.
Cute: possibilità di assorbimento significativo attraverso la cute.
Valore limite misurato su frazione inalabile e vapore.

Vocabolario

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